Le alghe possono aiutare il nostro organismo a ristabilire le riserve di minerali ed eliminare metalli e sostanze tossiche. Le mucillaggini che le caratterizzano favoriscono il benessere di stomaco e intestino e in generale l’assimilazione del nutrimento.
Le alghe contengono iodio, se ne servono per assorbire la luce anche a grandi profondità e per accumularla. La tiroide è in grado di ricevere lo iodio con cui le alghe catturano la luce e renderlo utilizzabile nel nostro corpo a fini del tutto simili.
Secondo prospettive scientifiche attuali si può ottenere un apporto valido di iodio somministrando in tavolette alga KELP norvegese, un’alga bruna tra le più diffuse e conosciute, commercializzata anche come alimento.
Studi epidemiologici supportano l’idea che il consumo alimentare di quest’alga abbia un effetto preventivo sullo sviluppo del cancro al seno sia in pre che post menopausa, sembra che l’alga moduli la flora batterica intestinale determinando un aumento dell’escrezione urinaria di estrogeni.
L’alga kelp è parte integrante della dieta tradizionale in alcune regioni del Giappone e sembra avere un ruolo nella longevità della popolazione di Okinawa. Secondo la medicina tradizionale cinese vivendo in acqua e con sapore salato le alghe nutrono lo yin del corpo e quindi vanno a bilanciare l’eccesso di yang.
Tra le 10 alghe più conosciute possiamo nominare l’alga arame, la dulse, l’hijiki, la kanten, la kombu, la klamath, la nori, la spirulina, la clorella, la wakame.
Tutte queste si possono usare in cucina per zuppe, cottura di legumi, contorni, insalate, ne servono piccole quantità e permettono di limitare l’uso del sale.
La clorella ad esempio insieme alla klamath sono definite come il cibo perfetto e nei regimi alimentari restrittivi non dovrebbero mai mancare. La spirulina contiene proteine vegetali (65%) facilmente assimilabili, aminoacidi essenziali (con ridotta quantità di Metionina ,Cisteina e Lisina rispetto alla carne ma superiore a quella dei legumi). La clorella contiene una buona concentrazione di B12.
La raccolta di alghe come la raccolta di piante selvatiche ha una tradizione antichissima oltre che in Giappone anche nei paesi del nord Europa e del Mediterraneo. In Scozia e in Norvegia viene preparato pane di alghe, in Galles e in Irlanda le verdure di mare si trovano nei mercatini locali di pesce. Spagna e Francia sono tutt’ora produttrici rilevanti.
In Italia solo in alcune regioni è ancora viva la tradizione del consumo di alghe, in Campania si consumano ancora le “zeppolelle” frittelle preparate con un alga verde chiamata lattuga di mare, nel Catanese si mangia ancora l’alga “Mauru” .
In Europa esistono progetti per promuovere la coltivazione di alghe impiegate anche come fertilizzanti agricoli, mangimi e materiale ad uso industriale.
Le dinamiche politiche e le mode gastronomiche fanno il loro corso, nel contempo ognuno può fare buone scelte in famiglia, consumando alghe regolarmente magari in un gustosissimo e fantasioso sushi giapponese.
Bibliografia:
“Scienza natura “quaderno di divulgazione scientifica e culturale n° 2 vol. 1
“Scienza natura” quaderno di divulgazione scientifica e culturale n° 5 vol. 3
“Scienza natura” quaderno di divulgazione scientifica e culturale n° 1 vol. 4
“ Scienza natura” quaderno di divulgazione scientifica e culturale n° 10 vol. 2
“la Natura che cura” Lettera A Prof. Ivo Bianchi e Dott.ssa Valentina Bianchi
Webliografia:
Le 10 alghe commestibili più usate Agrodolce.it