Al via MOVIS: un programma di prevenzione per favorire il cambio di stile di vita
Si chiama MOVIS ed è stato presentato a Urbino durante le giornate del Festival Bioalus 2019. Si tratta di un progetto che si rivolge a donne che sono state operate per un tumore al seno e che sono in una fase di recupero successiva all’intervento. Il progranna ha una durata di tre anni, e si avvale della collaborazione di docenti di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, di psicologi, di esperti dell’Istituto Tumori di Milano e del personale della sezioni di Oncologia dell’ospedale di Urbino (PU) (ASUR - Area Vasta 1).
«Il progetto -dice la dottoressa Rita Emili, medico chirurgo specialista in Oncologia- ha l’obiettivo di assistere le pazienti che aderiranno all’iniziativa, con lo scopo di guidarle verso un cambiamento di stile di vita. Il programma si occupa di alimentazione corretta, attività fisica e di tutta un serie di altri accorgimenti che potenzialmente favoriscono la riduzione delle recidive a lungo termine. A questo si affianca l’assistenza psicologica».
Durante la presentazione dello scorso ottobre al Biosalus, gli organizzatori del MOVIS hanno potuto parlare al pubblico e nello stesso tempo stringere ulteriori contatti con le donne che hanno scelto di aderire al progetto e con le loro famiglie. Nell’arco dei tre anni si prevede che le pazienti coinvolte possano essere 180.
«L’arruolamento delle donne che saranno inserite nel programma -sottolinea la dottoressa Emili- viene fatto tramite l’Oncologia dell’ospedale di Urbino. Sarà creato un gruppo “intervento”, che dovrà seguire un percorso di attività, sotto la guida di docenti universitari e professionisti che fanno parte del nostro team di lavoro. Ci sarà poi un gruppo “controllo” che avrà invece un coinvolgimento più leggero, dovendo solo seguire dei consigli nutrizionali».
Il progetto è riservato solo a pazienti della sezione di Oncologia di Urbino, oppure anche altre donne possono chiedere di aderire?
«Lo studio -afferma la dottoressa Rita Emili- è aperto anche a pazienti che risiedono in altre regioni italiane, quindi non solo nelle Marche. Dopo il primo annuncio dell’avvio di MOVIS abbiamo ricevuto richieste di informazioni anche dall’estero. Credo che il progetto sia molto utile per portare una cultura diversa fra i professionisti, le pazienti e le famiglie toccate dal tema».