“Che il cibo sia la tua prima medicina”
L’informazione sul cibo si stà moltiplicando a dismisura: rubriche sui giornali, riviste specializzate, libri di diete, food blogger, programmi TV, film e documentari.
Oggi tutti siamo più o meno consapevoli che molte patologie (obesità, diabete, ipertensione, etc.) sono direttamente riconducibili ad una alimentazione ricca di grassi, colesterolo, zuccheri, calorie e carente di nutrienti essenziali (Vitamine, Sali minerali, Antiossidanti, Acidi Grassi, Aminoacidi, Fibre).
Purtroppo le strategie commerciali delle aziende alimentari, vanno nella direzione opposta; siamo sommersi da una miriade di prodotti che non contengono neanche la milionesima parte dei nutrienti essenziali di cui abbiamo bisogno e sono straricchi di sostanze nocive (grassi saturi, zuccheri raffinati, additivi alimentari nocivi, metalli pesanti, pesticidi, antibiotici, etc).
Per raggiungere i propri obiettivi le aziende non esitano a utilizzare campagne di comunicazione molto efficaci volte più agli obiettivi di fatturato che al nostro benessere. Molti alimenti sono presentati come salutari, altri dotati di improbabili proprietà terapeutiche (“aiuta le difeseimmunitarie”, “fa digerire”, “rinforza le ossa”, etc.). Quasi tutti questi slogan sono sistematicamente bocciati dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, perché privi di comprovato fondamento scientifico.
Cibo Naturale, Artigianale o Esotico?
Le aziende alimentari studiano le tendenze, imparano a conoscere le nostre contraddizioni e debolezze, per presentarci i loro prodotti in modo seducente; i messaggi puntano di volta in volta sulla salubrità e naturalità, sul piacere, sulla novità, cercando di accontentare anche chi cerca genuinità e tradizione e vorrebbe orientarsi sui cibi naturali.
Un italiano su due vorrebbe mangiare cibo italiano tuttavia, purtroppo, nei prodotti alimentari italiani, vengono utilizzati sempre più anche materie prime d’importazione.
Quindi attenzione a tutte le indicazioni poste sui prodotti industriali ambigue e fuorvianti: naturale, della nonna, tradizionale, casereccio, come una volta, antica ricetta, nostrano, lavorato a mano, tipico, ...
I suggerimenti della Nutrigenetica
Se da un lato, la richiesta di cibo autoctono italiano è importante per motivi etici, per la difesa del nostro territorio, della nostra tradizione alimentare e della nostra economia, dall’altro lato deve diventare importante anche per garantire uno stato di salute ottimale; come dimostra la moderna scienza della Nutrigenetica (ovvero la scienza che studia come le sostanze contenute nei cibi siano in grado di interagire con i nostri geni fino a modularne le risposte cellulari), i geni di ogni persona si adattano meglio al tipo di cibo che i suoi antenati reperiscono da sempre nella regione in cui sono nati: ad esempio, un individuo che viene da una progenie di pastori avrà molto meno problemi ad alimentarsi di latticini rispetto ad uno che proviene da una progenie di pescatori e viceversa.
Quindi, non si parla più solo di quantità di cibo introdotto o di calorie, ma di informazioni molecolari compatibili o incompatibili che entrano nel sistema digerente, penetrano nell'organismo e regolano i processi metabolici di ogni cellula; se queste informazioni non vengono riconosciute dalle cellule (come avviene per la maggior parte dei cibi che consumiamo) si avvia un lento ma progressivo processo di disequilibrio molecolare (come nel caso di allergie ed intolleranze alimentari); è come se il cibo industriale ed esotico parlasse una lingua sconosciuta che il corpo non comprende.
Pensate a quanti italiani si alimentano con cibi che provengono da tutto il mondo (America, Australia, Cina, Giappone, India) ed hanno perso contatto con il cibo nostrano più consono alla sua genetica; e viceversa per i popoli menzionati che mangiano cibo italiano.
Tutto questo ci riporta ad un vecchio detto: Moglie e Buoi dei paesi tuoi.
Nel tempo, l’evoluzione ha selezionato gli individui più adatti al loro ambiente anche in base ai cibi più giusti per il loro patrimonio genetico.
Vari esperti di Invecchiamento e malattie correlate, sostengono che bisogna scegliere i cibi che mangiavano i nostri bisnonni per mantenersi in salute, limitando quelli esotici verso i quali siamo meno “allenati” metabolicamente.
Con questo non si vuole evitare di gustare qualche cibo esotico o frutto tropicale, ma bisogna farlo sporadicamente per togliersi uno sfizio; non può diventare una consuetudine (come purtroppo succede), con tutte le problematiche connesse.
In ultima analisi, quando si parla di mangiare in modo sano dando la preferenza ai prodotti semplici offerti da Madre Terra (frutta, verdura, cereali integrali, legumi, olio) è importante che questi siano prodotti nel territorio di residenza.