Nutraceutica: il cibo come medicina

Quando il cibo, che ci nutre e sostenta, ci aiuta anche a guarire

Con il termine nutraceutica si intende la disciplina che studia le proprietà di alimenti, o parti di essi, che hanno una funzione benefica sulla salute umana sia in termini di prevenzione che di azione fisiologica specifica.

Il termine fu coniato dal Dr. Stephen L. DeFelice alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, unendo le parole “nutrizione” e “farmaceutica”, per indicare componenti o sostanze estratte dagli alimenti con determinate proprietà terapeutiche.1

I nutraceutici, denominati anche phytochemicals o fitonutrienti, possono essere sia cibi particolari come ad esempio germogli, determinati frutti, semi o funghi ecc., sia loro estratti, altamente biodisponibili, atti a riequilibrare e ottimizzare importanti funzioni del nostro organismo.

Oltre a questi in nutraceutica si prendono in considerazione anche vitamine e antiossidanti di fonte vegetale o animale, acidi grassi essenziali ricavati dal pesce o dalle microalghe, isoflavoni dalla soia e tanti altri.

Tra le varie categorie che si fanno rientrare nell’ambito nutraceutico, abbiamo anche i cosiddetti farmalimenti o pharma food o alimenti funzionali come ad esempio il caffè che ha un’azione tonica e stimolante o i prodotti fermentati che si ritiene apportino benefici alla microflora.

In realtà la distinzione in nutraceutica tra fitonutrienti e farmalimenti è piuttosto sfumata poiché alcuni cibi contengono più componenti nutrizionali e sostanze i cui effetti e proprietà derivano dalla loro azione combinata e sinergica.

Tipico è il caso dei cibi primordiali ovvero microalghe, probiotici ed enzimi. In essi troviamo sia importanti fattori nutrizionali, sia molecole specifiche, come ad esempio la feniletilammina che ha proprietà neuroprotettive e immunomodulanti o le ficocianine che hanno proprietà antinfiammatorie e rigenerative naturali.

Questi nutrimenti originari, come i cianobatteri, hanno proprietà eminentemente fisiologiche: la sinergia dei vari componenti dell’alimento aiuta a regolare le funzioni attivandole o moderandole a seconda delle necessità dell’organismo.2

Sono efficaci presidi per il benessere e possiamo associarli all’occorrenza ad altri rimedi (fitologici, omeopatici ecc.) per rafforzarne e completarne l’azione.

Trattandosi, anche quando estratti o naturalmente concentrati, di nutri-complessi e non di principi attivi isolati che sopprimono i sintomi o “forzano” i processi, non hanno effetti collaterali. Favoriscono l‘omeostasi e aiutano a proteggere il corpo da eventuali scompensi senza interferire con la normale fisiologia. Qualora siano presenti patologie e si assumano farmaci il medico ne valuterà caso per caso l’eventuale utilizzo in funzione coadiuvante oppure, al termine della cura, ci si potrà avvalere durante la convalescenza delle loro proprietà disintossicanti e di supporto al recupero energetico e funzionale.

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1. Il termine fu utilizzato per la prima volta in un articolo del 1989 dal titolo: “The NutraCeutical Revolution: Fueling a Powerful, New International Market”
2. L’argomento è trattato in modo esteso nel libro del Dr. Stefano Scoglio, “Straordinarie Molecole Cianobatteriche”

Scritto da Luigi Gallo

Luigi Gallo svolge attività di consulenza e formazione per professionisti, associazioni e aziende che operano nel campo del benessere integrato. In oltre 40 anni di intensa attività educativa e divulgativa, collaborando con enti pubblici, scuole, ospedali e istituti di ricerca, ha contribuito a sensibilizzare sempre più vaste platee di operatori e consumatori ai temi della prevenzione e dello stile di vita.

http://www.nutrigea.com/

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