Il potere rigenerante degli estratti microalgali
Un’idea diffusa è che i popoli primitivi vivessero in condizioni terribili, con un’aspettativa di vita bassissima, attorno ai 30 anni. In realtà, questa convinzione nasce probabilmente dall’osservazione delle precarie condizioni di salute che colpivano l'Europa fino all’Ottocento, peggiorate ulteriormente nelle città industriali affollate e degradate. Tuttavia, non dappertutto era così: esistono esempi di popolazioni che hanno goduto di ottime condizioni di salute e longevità.
Uno dei casi più noti è quello degli Hunza, una comunità che vive isolata sulle montagne dell'Indukush, nel nord del Pakistan. Grazie a uno stile di vita semplice e a un’alimentazione naturale, gli Hunza erano immuni a molte malattie. Non avevano né medici né poliziotti, e la loro vita, regolata da principi naturali e morali, spesso si prolungava ben oltre i cento anni.
Negli anni ’40, il dentista americano Weston Price notò una rapida diffusione della carie dentaria nei giovani e iniziò a studiare lo stato di salute dei denti in popolazioni isolate che erano appena entrate in contatto con il mondo "civilizzato". Queste popolazioni si nutrivano di alimenti naturali e integri, privi di zuccheri raffinati, e godevano di una salute sorprendente. Tuttavia, una volta adottata la dieta occidentale, i segni di decadimento fisico e perdita di salute si manifestavano già nella generazione successiva.
Queste osservazioni furono confermate in diverse parti del mondo, come tra gli abitanti di Vilcabamba in Ecuador, a Okinawa in Giappone, in alcune regioni del Caucaso e in aree dell'Africa e del sud Italia. Ogni volta che queste popolazioni mantenevano le abitudini alimentari tradizionali, non solo evitavano malattie come la carie dentaria, ma la loro aspettativa di vita era sorprendentemente alta. I resti scheletrici rivelavano ossa ricche di minerali, una caratteristica ormai rara nell'uomo moderno.
Nonostante i progressi in campo igienico e sanitario, nel corso dell'ultimo secolo abbiamo assistito a un indebolimento generale della salute. Le malattie degenerative e autoimmuni sono in aumento, e le cause sono molteplici: l'inquinamento, la medicalizzazione della vita, e un’alimentazione sempre più povera di nutrienti essenziali.
Tra i fattori chiave di questa evoluzione negativa troviamo il graduale impoverimento dei terreni agricoli, che ha ridotto il contenuto di nutrienti negli alimenti. In questo contesto, i supercibi, ovvero alimenti ricchi di proprietà nutritive, giocano un ruolo fondamentale per il recupero della vitalità e della salute.
Uno dei supercibi più interessanti è l’alga AFA (Aphanizomenon flos aquae), conosciuta anche come alga Klamath. Questa microalga verde-azzurra, unica specie selvatica edibile ancora esistente, è una fonte incredibilmente ricca di nutrienti. Contiene un ampio spettro di vitamine, minerali, aminoacidi, acidi grassi essenziali e oligoelementi.
Studi scientifici hanno inoltre identificato nell’alga Klamath potenti molecole con proprietà nutraceutiche, capaci di favorire la rigenerazione cellulare e contrastare i processi degenerativi. Gli estratti di questa alga hanno guadagnato crescente rilevanza nell’ambito della nutriterapia, grazie alla loro capacità di sostenere il sistema immunitario e promuovere la longevità.
Integrare supercibi come l’alga Klamath nella nostra alimentazione quotidiana può aiutarci a ritrovare quella vitalità naturale che ci protegge dalle malattie e favorisce una vita lunga e sana. Adottare piccoli cambiamenti nelle abitudini alimentari è un passo semplice, ma significativo, verso un futuro di salute e benessere.
Bibliografia
Ralph Bircher, Gli Hunza, un popolo che ignora la malattia, Libreria Editrice Fiorentina
Weston Price, Nutrizione e Degenerazione Fisica, StreetLib
