Noi tutti, fin dai primi nostri anni di vita, abbiamo osservato persone intente a fumare una sigaretta, un sigaro, una pipa…
Forse ci siamo chiesti qualche volta la ragione di questo gesto, forse abbiamo cercato di cogliere dall’odore emanato dalla combustione del tabacco quale fosse il piacere che se ne potesse trarre.
Molti fra noi, nel tentativo di emulare qualcuno, di rafforzare la percezione della propria identità adulta, di sentirsi maggiormente prestanti o meglio integrati in un gruppo… hanno deciso di provare, di consumare questa nuova esperienza, di affrancarsi da una sorta di dimensione non sufficientemente appagante…
In sostanza, siamo nati e vissuti in un’epoca in cui il fumo, ci è apparso come uno stato di fatto, dai contorni talvolta esaltati, talvolta tollerati, talvolta stigmatizzati, ma comunque fenomeni dalle radici profonde.
A qualcuno sarà capitato di chiedersi: “Questa abitudine al fumo come è giunta a noi?” “Chi ci ha insegnato a farlo?”
Per cercare di comprendere come questo sia accaduto, dobbiamo fare un salto a ritroso nella storia dell’umanità e risalire intorno al 4.000 A.C.
I genetisti vegetali hanno identificato in questo periodo i primi territori di coltivazione di tabacco, collocati nei pressi del lago Titicaca, sulle Ande peruviane/ecuadoregne.
Sembra che i primi utilizzi non fossero principalmente legati alla combustione delle foglie, ma alla loro fine triturazione ed aspirazione attraverso dei manufatti definiti “tubi da fiuto”.
Non dimentichiamo che anche questa forma di assunzione genera stimoli sensoriali non marginali, considerando che il tessuto polmonare ha una capacità osmotica superiore di 50 volte rispetto al palato od il colon ed una fortissima rapidità di trasmissione di sostanze al circolo sanguigno.
Numerosi ritrovamenti indicano come il tabacco fosse anche offerto agli dei, usato come rituale di passaggio fra pubertà ed età adulta, masticato o mangiato, bevuto sotto forma di infuso, spalmato sul corpo, sparso sui campi prima della semina, soffiato in faccia ai guerrieri prima della battaglia, oppure alle donne prima di un atto sessuale.
Come si può intuire, lo sciamanesimo prese progressivamente la combustione del tabacco come strumento di nutrimento, di guarigione degli umani e di ossequio agli spiriti guida.
Nei secoli successivi l’uso multiforme del tabacco si diffuse verso nord, raggiungendo l’America centrale, dove numerose raffigurazioni e manufatti, misero in luce l’ampio uso del tabacco ed anche la sua forte valenza mistica all’interno della cultura Maya.
Gli storici infatti identificano l’uso della pianta del tabacco nella cultura Maya in Chiapas, Campeche e Yucatán.
Non solo i Maya, ma anche gli Aztechi fecero un uso anche rituale del fumo di tabacco a partire dai cerimoniali in cui i prigionieri venivano sacrificati in onore al dio “Tezcatlipoca”
Diversi specialisti sottolineano come i Maya durante il loro viaggio nel nord della regione, trasmisero l’uso multiforme del tabacco, ai Toltechi, eredi diretti della cultura Azteca.
L’uso del tabacco come ha contaminato la cultura europea?
Torniamo alla fine del ‘400, Cristoforo Colombo ed i suoi marinai, dopo aver raggiunto inconsapevolmente le coste dell’America centrale, giunsero a Cuba. In questa inesplorata terra, Colombo stesso pensò una spedizione all’interno dell’isola.
Colombo fu sorpreso dall’uso che gli indigeni facevano del tabacco durante le cerimonie religiose e sociali, perché per gli “indiani”(come lui li identificava) il tabacco possedeva poteri magici e piaceva agli dei. Il tabacco era considerato una panacea: veniva usato per combattere l’asma, febbri, convulsioni, disturbi intestinali e nervosi e persino morsi di animali.
Da allora, quelle foglie decisamente particolari, iniziarono a seguire le rotte verso l’Europa finchè, per ordine di Filippo II di Spagna, i primi semi di tabacco arrivarono in Europa nel 1559. Questi semi furono piantati nei terreni situati intorno a Toledo, in una zona chiamata “los cigarrales”, infestati da parassiti delle cicale. Fu lì che iniziò la coltivazione del tabacco in Europa e, per questo, alcuni storici sostengono che il nome di sigaro derivi da questa circostanza.
Dedicheremo ai prossimi appuntamenti alcune osservazioni storiche, sociali, economiche e di costume, legate all’ evoluzione del consumo di tabacco all’interno della moderna cultura europea ed occidentale.