Avreste mai pensato che i social e il sistema immunitario hanno qualcosa in comune?
Entrambi sono strutturati come una rete e così come si parla di social network, allo stesso modo, grazie ai recenti sviluppi di scienze come la psiconeuroendocrinoimmunologia, si parla di network umano, una sorta di “social organico” dove tutti sanno tutto, dove i vari sistemi, endocrino, nervoso, immunitario e psichico “chattano” continuamente, al fine di ripristinare quell’equilibrio che il rapporto con l’ambiente interno ed esterno mette a dura prova.
Il neuroscienziato David Felten ha dimostrato, con l’evidenza delle microfotografie elettroniche, lo stretto contatto che c’è tra le fibre nervose e le cellule immunitarie, osservando una vera e propria sinapsi, chiamata giunzione neuroimmunitaria.
Altre ricerche (Smith- Blalock) (1) hanno dimostrato che le cellule immunitarie sono dotate di recettori per i principali neurotrasmettitori e a loro volta sono in grado di produrre neurormoni, attivi sul sistema nervoso.
Alla luce delle conoscenze attuali si può quindi ben dire che la risposta del nostro sistema di difesa è fortemente condizionata dal sistema nervoso e da quello endocrino. Quando siamo sotto stress entrambi i sistemi sono attivati e hanno un potente impatto sull’alterazione dell’equilibrio e dell’efficienza del nostro sistema immunitario.
In realtà, in caso di stress acuto, limitato nel tempo, si ha un effetto stimolante dell’attività immunitaria: la risposta di stress è una risposta biologica fondamentale di fronte ad un evento ritenuto minaccioso, così, ad es., essa permette alla gazzella di fuggire velocemente dal suo predatore grazie all’aumento del battito cardiaco e all’innalzamento della pressione arteriosa; è quindi importante che l’organismo sia preparato ad un eventuale aggressione e per farvi fronte le cellule immunitarie vengono indirizzate a pelle e mucose e viene aumentata la loro produzione.
Ma se le preoccupazioni, l’ansia, la cattiva alimentazione, il sonno disturbato o altri fattori stressogeni perdurano nel tempo, si entra in uno stato di stress cronico con effetti inibitori sulla risposta immunitaria.
La risposta immunitaria è diversa a seconda se si tratti di virus o batteri, nel primo caso si attiva il circuito TH1, nel secondo caso reagisce il TH2. Come i piatti di una bilancia i due circuiti devono essere sempre in equilibrio, altrimenti, se prevale il peso di uno sull’altro ciò potrebbe portare ad un danneggiamento delle strutture proprie dell’organismo.
Ricerche svolte negli anni novanta sono giunte alla conclusione che una sovraproduzione di cortisolo (l’ormone prodotto finale della reazione di stress), inibisce la risposta TH1 e colloca il sistema su un profilo TH2. Quindi lo stress ha un effetto generalmente soppressivo della risposta immunitaria, in particolare di quella di tipo TH1, che ci protegge dai virus e dalla trasformazione maligna delle cellule.
Per prendersi cura del nostro sistema immunitario non si può quindi prescindere da una visione olistica, non una visione a compartimenti stagni che agisce per lo più sul sintomo, ma un approccio che integri l’attenzione all’alimentazione con tecniche di riequilibrio energetico, funzionale ed emotivo, che considerino il nostro sistema di difesa come parte di un vero e proprio network, il network umano.
Fonti:
- Bottaccioli “Psiconeuroendocrinoimmunologia” Ed.Red 2005
- J.E. Blalock “Neuroimmunoendocrinology” Karger 1997
(1) https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.3109/00207458808990706