Verso le grandi multinazionali del tabacco nell’Europa contemporanea

Il settecento, come abbiamo descritto in precedenza, ha rappresentato per l’Europa, l’avvio su larga scala del consumo di tabacco. Questa pianta veniva coltivata diffusamente in vari paesi a partire dalle colonie del sud degli stati americani. In Virginia la popolazione degli schiavi di colore, passò in sessantanni dal 10% al 43% della popolazione totale. In Brasile, grande produttore di tabacco, dopo la Virginia, le condizioni di lavoro degli schiavi erano simili, cambiavano i colonizzatori: inglesi da un lato, portoghesi dall’altro. Mentre le grandi compagnie del tabacco facevano affari d’oro con la vendita del tabacco in Europa, i governanti del vecchio continente introdussero quello che sarebbe uno dei maggiori introiti per le casse pubbliche degli stati moderni ovvero la tassazione sulla vendita di sigarette e sigari.

I primi anni dell’ottocento, rappresentarono un passo importante per la chimica grazie alla scoperta di due sostanze responsabili di alti livelli di dipendenza psicofisica. Nel 1803 Friedrich Wilhelm Setürner isolò una sostanza che denominò “Morfina”, con chiaro riferimento al mitico Morfeo, Dio del sonno. Nel 1828, due studenti di Heidelberg , Ludwig Reimann e Wilhelm Heinrich isolarono per la prima volta una sostanza estratta dalle foglie del tabacco e la chiamarono “nicotina”. Diverse sperimentazioni portarono alla progressiva consapevolezza della pericolosità della nicotina, ma gli interessi economici che la circondavano, limitarono fortemente la diffusione di queste informazioni

Nella Francia di metà ottocento la sigaretta rappresentava un’abitudine di consumo non solo per la popolazione maschile, ma anche quella femminile. Il governo di Luigi Napoleone III incoraggiava questa abitudine, considerando che già nel 1845 il monopolio francese potè trarne cento milioni di franchi.

Artefici della produzione industriale su vasta scala furono certamente gli americani. Fino al 1870 le sigarette venivano vendute sfuse (sotto forma di mazzetti). Fu allora che venne introdotto un vero e proprio pacchetto corredato di grafica e marchio di fabbrica.

Un curioso passaggio storico riguarda l’epoca della grande guerra. Ormai si era consapevoli dell’effetto della nicotina sul controllo dell’umore e del senso di fame, aspetti che portarono i belligeranti a ritenere il tabacco utile alle “necessità del combattente”. La croce rossa distribuì sigarette e sigari ai soldati austro-ungarici, stabilendone il quantitativo giornaliero.

Sarà oggetto del prossimo appuntamento, una breve analisi legata all’influenza esercitata dal fumo di tabacco su costumi stili di vita e consumi che hanno accompagnato il tabacco stesso dal secondo dopoguerra ai giorni nostri.

Scritto da Claudio Nisi

Naturopata professionista, riflessologo, esperto in trattamenti non invasivi contro il tabagismo. Vicepresidente A.I.N.

Laureato in Sociologia, formato in Naturopatia quadriennale presso l'Istituto di Medicina Naturale di Urbino, si dedica da molti anni allo studio del rapporto fra modernità, benessere e salute. Ha recentemente realizzato un progetto sperimentale di ricerca sulla relazione fra utilizzo della medicina naturale, benessere individuale e risposta produttiva, all’interno di un comparto libero-professionale.

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