La psicologia "resta al passo": il cammino e l'ambiente naturale come terapia
Passeggiare non è soltanto un attività fisica salutare, ma molto di più. È ormai dimostrato che camminare non fa soltanto bene al nostro corpo ma anche alla mente. Si sente parlare sempre più spesso di camminoterapia, ma cosa si intende? Ne parliamo direttamente con Ciro Amato, autore del libro “Cammino-terapia: alla ricerca dell'armonia della persona”
Che cos'è la cammino-terapia?
“La cammino-terapia è un approccio innovativo in psicologia. È un metodo psicologico attraverso il quale il terapista può lavorare con un paziente per aiutarlo a risolvere conflitti, difficoltà e disadattamenti. Essa consiste nel realizzare gli incontri e i colloqui durante un percorso, immersi nella natura, camminando. Lo psicologo accompagna in un ambiente naturale il paziente e, conoscendo la diagnosi del disturbo, fa terapia camminando. Il fondamento della cammino-terapia è nel riconoscere un altissimo valore al rapporto tra uomo e natura.
La natura è ciò che ci circonda. Gli effetti che l’ambiente ha sull’uomo, ormai sono comprovati in modo inequivocabile. La frequentazione di ambienti naturali modifica la fisiologia umana. Non si tratta di un mero effetto di rilassamento, ma di modificare i circuiti neurali in senso proprio. Per esempio è stato ampiamente dimostrato che l’immersione nella natura permette di far entrare il cervello in uno stato di riposo; dal punto di vista fisiologico si dice che il tono vegetativo passa da simpatico (cioè in parole povere “acceso”) a parasimpatico (in parole povere “calmo”). Un altro esempio è quello realizzato molti anni or sono in Danimarca da un ricercatore (Ulrich) che dimostrò che i pazienti post operatori in una clinica quando venivano messi a contatto con la natura (per esempio con camere vista bosco o con finestre da cui poter vedere un prato e un bosco) avevano una più alta soglia del dolore e rispondevano più velocemente alle cure; soprattutto avevano un altro rapporto col personale sanitario (meno aggressivo e pretenzioso).”
Come agisce in particolare?
"L’azione del camminare - dice Ciro Amato - permette di muovere tutto il corpo, tutti i muscoli. Infatti la cammino-terapia insegna anche a come camminare correttamente. Il gesto deambulatorio, già di per sé, produce uno scarico di adrenalina e noradrenalina significativo (questo lo sappiamo tutti per averlo provato almeno una volta nella vita, quindi appartiene al senso comune e alle conoscenze popolari). Lo sforzo fisico permette, inoltre, il rilascio di ormoni come endorfine catecolamina che producono proprio un effetto miorilassante (cioè i muscoli cedono).
È da sottolineare che l’immersione nella natura non è limitato ai soli effetti corporei e fisiologici, ma si estende anche a quelli psichici, poiché tutta la persona è sempre un tutt’uno in sé; quindi va considerata anche l’attività mentale. Camminare nella natura svuota la mente, perché, così dicono le ricerche, si ha un effetto di concentrazione della attenzione e di abbassamento delle difese psichiche."
Quali sono i benefici fisiologici che si possono trarre dalla cammino-terapia?
"Camminare nella natura ha innumerevoli benefici fisiologici: distende i muscoli, tonificandoli contemporaneamente, modula la curva glicemica per i diabetici, modula il ritmo del cuore e dilata i vasi sanguigni con significativi effetti ipotensivi (per gli ipertesi), cambia lo stimolo della fame nei disturbi alimentari (anoressia e bulimia), distrae la mente (disturbo ossessivo e compulsivo), permette una ossigenazione migliore dei tessuti cerebrali (umore depresso, distimia, malinconia cronica), così come abbassa il livello di fastidio del clima sull’umore, la cosiddetta meteoropatia, migliora notevolmente l’umore perché l’attività deambulatoria permette la produzione di melatonina e testosterone.
La camminoterapia, inoltre, utilizza gli oggetti naturali per realizzare esercizi e riflessioni psicologiche idonee al disturbo da trattare; in generale i colori naturali (blu, verde, rosso e giallo bianco) hanno specifici significati psichici e comunicano col nostro inconscio e con i recettori visivi, trasmettendo uno specifico messaggio emotivo e uno specifico significato. Anche alberi, fiori, prati, cime, acqua, mare, colline possono tutti essere utilizzati dal terapeuta per comunicare simboli e significati al paziente con il quale instaurare una relazione terapeutica efficace che abbia lo scopo di condurre il paziente fuori dal cerchio patologico in cui si è andato a cacciare (questo è il vero senso del disturbo psichico)."
Per quali disturbi è particolarmente indicata?
"La cammino-terapia si è già rivelata utile sperimentalmente per i seguenti disturbi: ansia, depressione, diabete, emicrania cronica, eczemi e malattie della pelle, problemi di autostima, distimia, ipertensione secondaria, insonnia, meteoropatia, controllo del peso, ipercolesterolemia, patologie osteoarticolari secondarie, miglioramento dell’efficienza mentale negli anziani, miglioramento della stipsi, rende più creativi, previene le malattie cardiovascolari; sono solo alcuni esempi. In una ricerca è stato anche indicato che 200 minuti di camminata a settimana produce miglioramenti del tono dell’umore nell’anziano correlati ai disturbi di ansia e depressione. Le esperienze di cosiddetta montagnaterapia stanno riportando risultati incoraggianti sia nei più gravi casi di psicosi e schizofrenia nonché di rieducazione dei disordini comportamentali sociali (per esempio criminalità reiterata giovanile, violenza immotivata).
La salute è un cammino e la cammino-terapia ne costituisce la metafora. Una mia recente pubblicazione ne ha sistematizzato l’impianto teorico e pratico, connotando scientificamente il rapporto tra il movimento dell’uomo e la natura."