Intervista al Prof. Marco Guzzi, poeta, filosofo e fondatore dei gruppi “Darsi Pace”
Il Convegno Nazionale sul Mistero della Coscienza si avvicina e la sua quarta edizione, in programma il 14 dicembre, si preannuncia come un'occasione unica per riflettere su uno dei temi più profondi e affascinanti dell'esperienza umana. Tra i relatori spicca il Prof. Marco Guzzi, poeta e filosofo, che ci guiderà in un viaggio attraverso le forme dell’io e degli stati della coscienza.
Perché riflettere oggi sulla coscienza è fondamentale
Secondo il Prof. Guzzi, viviamo un’epoca pericolosa per la comprensione della coscienza. “C’è il rischio di interpretare l’essere umano in modo riduzionistico e meccanicistico, come se la coscienza fosse solo un accumulo di informazioni,” spiega. Un errore che emerge in molte discussioni sull’intelligenza artificiale, le quali tendono a ridurre il mistero della coscienza a semplici dati, perdendo di vista ciò che rende l’uomo unico: la capacità di essere consapevole di sé.
Come possiamo studiare la coscienza?
La coscienza, sottolinea il Prof. Guzzi, non può essere ridotta a un oggetto di studio. “Nel momento in cui riduci l’io a un oggetto, perdi il mistero dell’atto conoscitivo stesso.” Filosofi come Thomas Nagel e scienziati del calibro di Max Planck e Werner Heisenberg ci insegnano che la coscienza può essere studiata solo dalla coscienza stessa, nell’atto del suo manifestarsi.
Ma come si traduce tutto ciò in pratica? Il Prof. Guzzi ci invita a considerare che viviamo sempre in stati di coscienza, che possono variare da condizioni di paura e rabbia a stati più illuminati, come quelli di unificazione e pacificazione ricercati da molte tradizioni spirituali. L’obiettivo diventa allora modificare e migliorare questi stati per ridurre il dolore e confrontarsi con i grandi enigmi della vita, come la morte e il senso dell’esistenza.
La coscienza tra storia e linguaggio
Un altro aspetto cruciale è il legame tra coscienza, storia e linguaggio. “L’esperienza della coscienza è sempre storica e linguistica,” spiega Guzzi. Non esiste un’esperienza della coscienza che sia avulsa dal contesto culturale e spirituale in cui viviamo.
Per esempio, il linguaggio italiano, che usiamo per esprimere il nostro pensiero, è intriso di sapienza cristiana, anche se non ce ne rendiamo conto. Questo significa che la nostra coscienza, oggi, è profondamente influenzata dall’epoca cristiana in cui viviamo, e ogni esplorazione del suo mistero deve tenere conto di questa dimensione storica e culturale.
Coscienza e rivelazione spirituale
Per il Prof. Guzzi, il mistero della coscienza si collega all’idea della luce divina che illumina e crea tutte le cose. “La verità ultima della nostra coscienza è lo stesso mistero della creazione di Dio,” afferma, invitandoci a considerare l’esperienza della coscienza come un cammino verso la sua piena rivelazione.
Un'occasione di approfondimento
Questi e molti altri temi saranno approfonditi durante il Convegno Nazionale sul Mistero della Coscienza. Un’occasione preziosa per esplorare le frontiere del sapere filosofico, scientifico e spirituale, e per scoprire come trasformare la nostra comprensione della coscienza in un’esperienza più profonda e appagante.
Intervista completa al link: www.istitutomedicinanaturale.it/cnmc2024
Appuntamento al 14 dicembre!