Un metodo diagnostico per valutare il “bioterreno”di ogni singola persona
Una metodologia diagnostica che permette di fare prevenzione nel modo migliore, identificando la tendenza a sviluppare problemi di salute prima che questi si manifestino o siano “registrabili” dai metodi di analisi più comuni. Di questo parlerà il dottor Franco Giovannini al Convegno Nazionale di Epigenetica che si terrà a Urbino il 5 e 6 ottobre.
«La mia esperienza -dice il Dottor Giovannini- si basa su molti anni di lavoro nel settore e su una metodologia diagnostica sperimentata su circa venticinquemila casi. Facendo dei controlli specifici su sangue, saliva e urina, prelevati “freschi” e utilizzati senza interferenze causate da metodi di conservazione, si può valutare il “bioterreno” di ogni singola persona. Con questo modo si ricavano parametri che sono unicamente riferiti alla singola persona e si possono sviluppare terapie che sono perfettamente “ritagliate” per quel soggetto. La metodologia diagnostica fa riferimento al lavoro di Louis Claude Vincent, messo a punto nel secolo scorso».
Quali sono i vantaggi rispetto alla diagnostica comune?
«In ogni malattia abbiamo tre fasi funzionali e tre fasi organiche. Le fasi funzionali sono rilevate dalla diagnostica di Vincent, ma non dalle metodiche tradizionali. Le fasi organiche sono riferite alle fasi cellulari, quando già c’è stato un danno che ha indotto un’alterazione».
Quindi, a livello di prevenzione, la metodica legata allo studio del “bioterreno” è molto più efficace?
«Si. Il metodo -aggiunge il dottor Franco Giovannini- nasce proprio come percorso di verifica con scopo preventivi e predittivi».
Ricordiamo che il quinto Convegno Nazionale di Epigenetica si terrà a Urbino il 5 e 6 ottobre 2019. Il tema delle due giornate sarà proprio “Malati di ambiente”.
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