Canapa: facciamo chiarezza su questo fitocomplesso

Quali sono le sue caratteristiche e come può essere impiegata

Negli ultimi anni la presenza sul mercato di prodotti a base di canapa è aumentata a livelli esponenziali nonostante sull'argomento ci siano pochissime informazioni e non sempre chiare.

Abbiamo sempre chiamato questa pianta dai molteplici utilizzi con tanti nomi diversi ma la denominazione latina riconosciuta è Cannabis Sativa L..

Entrando più nello specifico, avremo sicuramente sentito parlare delle due varianti Cannabis Sativa e Cannabis Indìca (cioè delle Indie); anche se attualmente questa differenziazione non è più così definita, può aiutarci a comprendere meglio la sua azione.

La Cannabis Sativa proviene dalle zone equatoriali (Thailandia, Cambogia, Giamaica, Messico) può essere alta fino a 6 metri, contiene tutti i componenti ma è ricca in THC quindi il suo effetto viene denominato “High” cioè energetico, stimolante, creativo, allegro.

Al contrario la Cannabis Indìca proviene da India e Cina è più piccola ed è ricca in CBD, l’effetto viene definito “Stone” cioè rilassante, soporifero, antistress, migliora gusto, tatto, udito.

THC e CBD sono solamente due degli oltre 110 cannabinoidi che insieme ad oltre 700 sostanze diverse rendono la Cannabis Sativa L. un vero e proprio fitocomplesso che agisce sul sistema cannabinoide endogeno, cioè aiuta ad una migliore gestione del dolore, ad un migliore controllo dei movimenti, al rilassamento e a preservare il sistema nervoso.

Per quanto riguarda il THC, nelle infiorescenze della pianta troviamo THCA (Acido Tetraidrocannabinolico, un precursore del THC) antinfiammatorio, sedativo, antispasmo, non è psicoattivo e si attiva con il calore quindi la funzione “ludica” avviene solo attraverso la combustione. Il CBD (Cannabidiolo) non ha proprietà psicotrope o allucinogene, tra le sue funzioni principali troviamo la riduzione di infiammazioni, dolori, ansia, spasmi e convulsioni, glicemia, batteri, rischi di infarto, inibisce la crescita di cellule tumorali e di problematiche neurovegetative. Sono oggetto di studio anche i terpeni contenuti nel fitocomplesso che aiuterebbero il CBD nelle sue funzioni, sembra proprio che si debba dare a quest’ultimo il merito dell’utilizzo terapeutico e farmaceutico della Cannabis Sativa L..

Al momento manca ancora una regolamentazione adeguata, per quanto ci riguarda prenderemo in considerazione gli usi industriali, alimentari e cosmetici ed useremo il termine Canapa o Canapone (in inglese Hemp); in questo caso la normativa italiana a riguardo ha approvato la Legge sulla Canapa il 2 dicembre 2016 n. 242 (G.U. n. 304 del 30/12/16) che prevede l’utilizzo solamente di semi e loro derivati come olio e farina. Il THC deve essere inferiore allo 0,2% (con tolleranza fino allo 0,6% solo nel momento della coltivazione, poiché in quella fase potrebbe esserci contatto con le infiorescenze); quindi possiamo concludere dicendo che la Canapa si trova nella lista delle piante ammesse dal Ministero per la preparazione di integratori e prodotti per la salute ma solo i semi possono essere impiegati ed, in ogni caso, il THC non deve superare lo 0,2% poiché è ritenuta sostanza di abuso. Le infiorescenze che si possono trovare nei negozi dedicati, dovrebbero essere ritenute oggetti decorativi e da collezione, per legge ne è vietata la combustione!

Sicuramente un argomento attuale, al quale però ancora sono tanti gli interrogativi rimasti senza risposta, attendiamo aggiornamenti!

Scritto da Redazione

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