Fenomeno in diffusione: cosa sapere e cosa fare
Come sappiamo, gli antibiotici hanno trasformato la pratica della medicina, rendendo facilmente curabili infezioni una volta letali e rendendo possibili altri progressi in campo medico, come chemioterapia e trapianto di organo. Purtroppo, negli ultimi anni, stiamo assistendo al rovescio della medaglia: l’antibiotico-resistenza è un grave problema di Sanità pubblica in aumento nel Mondo, più volte richiamata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Sempre più batteri resistono agli antibiotici, rendendoli inefficaci; questo significa che malattie serie, ma anche banali ferite, facilmente curabili, possono diventare letali; ci sono malattie gravi (es. TBC) che sono tornate in auge. Si stima che la mortalità legata a problematiche di questo tipo sia pari al 40-50% in tutto il mondo e l’Italia è al primo posto in Europa; ogni anno circa 7000 persone in Italia muoiono per infezioni batteriche, contratte soprattutto in ambiente ospedaliero (sic); secondo una recente ricerca le infezioni contratte in ospedale causano più morti degli incidenti stradali (circa 3000). Si stima che, batteri resistenti, nel 2050 causeranno più morti del cancro.
Si tratta di infezioni provocate quasi sempre da batteri che hanno acquisito la capacità di resistere agli antibiotici: Escherichia Cola, Klebsiella Pneumoniae, Staphylococcus aureus, Streptococcus Pneumoniae, Nontyphoidal Salmonella, Shigella, Neisseria Gonorrhea, ...
La resistenza è parte integrante delle difese dei batteri che indica l’abilità di questi di sopravvivere in un ambiente ostile, attraverso i seguenti meccanismi:
- membrana cellulare batterica impermeabile all’antibiotico con conseguente mancato raggiungimento del sito bersaglio da parte del farmaco;
- produzione di enzimi da parte dei batteri che inattivano l’antibiotico;
- alterazione del sito bersaglio (mutazione genetica);
- eliminazione rapida dell’antibiotico (espulsione della molecola da parte del batterio).
La causa di questo fenomeno, che è sempre esistito ma che ha raggiunto proporzioni senza precedenti, è ormai accertata: l'uso eccessivo e inappropriato di antibiotici sia per uso medico e soprattutto per uso veterinario; il 71% degli antibiotici venduti, viene usato per curare e prevenire le malattie degli animali in allevamenti intensivi. Tutto ciò ha portato nel tempo alla comparsa di ceppi completamente insensibili ai farmaci e, di riflesso, all’allungamento dei tempi di trattamento e di degenza negli ospedali ed all’aumento del rischio di mortalità. In particolare, l’uso inappropriato di antibiotici si può verificare in ognuna delle seguenti situazioni:
- quando gli antibiotici vengono prescritti senza che siano realmente necessari;
- quando la somministrazione di antibiotici in pazienti critici è ritardata;
- quando antibiotici ad ampio spettro sono usati troppo spesso, o quando gli antibiotici a spettro ristretto vengono utilizzati in maniera non corretta;
- quando la dose di antibiotici è maggiore o minore di quella appropriata per uno specifico paziente;
- quando la durata del trattamento antibiotico è troppo breve o troppo lunga;
- quando il trattamento antibiotico non è in accordo con i risultati dell’esame colturale;
- il “fai da te”: molte persone, soprattutto giovani, usano antibiotici senza interpellare un professionista sanitario.
Ma un conto è averlo capito, tutt’altro è riuscire ad arginare il problema. Da alcuni anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed il Parlamento Europeo hanno indicato una serie di provvedimenti, volti a contenere il diffondersi della resistenza antimicrobica attraverso:
- un uso responsabile degli antibiotici disponibili;
- la loro prescrizione deve sempre essere legata a una diagnosi precisa di infezione batterica;
- l'adozione di misure per migliorare le pratiche igieniche negli ospedali;
- limitazione dell'uso degli antibiotici negli allevamenti;
- promozione della ricerca per trovare nuovi antibiotici; questo è il punto più critico, poiché nessuna industria farmaceutica investe in questo settore perché poco remunerativo; infatti l'antibiotico è un farmaco economico e la sua vita commerciale è relativamente breve (rispetto ad altri farmaci) proprio a causa dell'antibiotico-resistenza.
Tutte queste raccomandazioni vengono naturalmente disattese. Per cui cosa bisogna fare?
Oltre ad evitare di utilizzarli in tutte quelle situazioni dove gli antibiotici non hanno alcun effetto (raffreddore, tosse, sinusite, influenza e\o prevenzione dell’influenza), oltre ad aumentare le misure di igiene a partire dagli stessi operatori sanitari, occorre attivare strategie naturali di Batterio Terapia Orale che comporti, soprattutto, l’utilizzo di:
- Oli essenziali ricavati dalle piante che hanno funzioni battericide, stimolano le difese immunitarie e non provocano resistenza;
- Simbiotici specifici (Leggasi Fermenti Lattici) che fungono da produttori naturali di batteriocine all’interno dell’organismo;
Il professionista che opera nel campo delle medicine naturali, sa che può contare su queste efficaci alternative, soprattutto in tutti i casi in cui il ricorso all’antibiotico è superfluo; con questo suo comportamento, evita di diventare complice di un sistema che utilizza antibiotici come se fossero caramelle, provocando più danni di quelli che devono affrontare.