«Le carezze -dice la dottoressa Katia Berardi, naturopata - fanno parte dei nostri bisogni innati. La carezza significa attenzione, presenza, contatto fisico, protezione, amore. Gli effetti di un massaggio affettuoso sono molto più pronunciati di quanto si possa immaginare. E’ dimostrato che per dei bambini nati prematuri, tenuti in incubatrice, le carezze hanno un effetto terapeutico in grado di accelerare lo sviluppo neurologico, psichico e cognitivo. Il massaggio amorevole migliora le attività cerebrali e sembra in grado di fornire al bambino prematuro quegli stimoli che avrebbe avuto nel ventre materno, ma che non ha fatto in tempo a sperimentare».
In anni recenti c’è stato un incremento di lavori scientifici che si interessano alla messa in relazione fra sensazioni fisiche ed emozioni. In uno studio condotto da Lauri Nummenmaa e altri, pubblicato nel 2013 su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, coinvolgendo 701 soggetti espressione di diverse culture e nazionalità, è stato possibile fissare una mappatura ‘universale’ delle sensazioni fisiche-corporee associate alle emozioni. Varie ricerche hanno dimostrato che la carezza è un mezzo per abbassare il livello del cortisolo -definito l’ormone dello stress- e migliorare la predisposizione alla socialità.
«Il tocco, il contatto fisico -ricorda Katia Berardi- è il primo linguaggio che sperimentiamo. Nel grembo materno il bambino risponde al contatto con la madre. Dopo la nascita, la carezza, l’abbraccio protettivo dei genitori è un fortissimo elemento di comunicazione e di reciproca conoscenza. Il bambino che cresce in un ambiente ricco di calore umano, successivamente è una persona con una marcia in più. Una persona equilibrata, sicura di sé, aperta alle relazioni, che si inserisce meglio nella società. L’epigenetica sta dimostrando che il nostro DNA non è un patrimonio rigido e immutabile. L’ambiente che ci circonda, fin dal periodo prenatale, ha un’influenza decisiva sulla nostra personalità e sul nostro futuro».
«Da adulti - aggiunge la dottoressa Berardi- tendiamo a dimenticarci di quanto siano importanti le coccole generate dal contatto fisico. Il nostro corpo è un grande generatore di emozioni e non dobbiamo perdere di vista il valore dell’affetto e della carezza. A volte, più o meno inconsciamente, adottiamo dei surrogati: sostituiamo la carezza con un acquisto. Cerchiamo una consolazione materiale che per breve tempo attenua la naturale ricerca di benessere che deriva dal calore umano. Su tutto questo dovremmo fare una profonda riflessione».
Biografia
Katia Berardi ha conseguito il certificato di eseguita formazione in Naturopatia presso la Scuola Italiana di Naturopatia dell’Istituto di Medicina Naturale di Urbino (sede a Rimini). Laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche, da anni opera in ambito sanitario come infermiera professionale. La passione per il lavoro che svolge la porta a privilegiare un aggiornamento professionale continuo.