Ripensare la cura

La tendenza del corpo ad essere sano.

In biologia l'essere vivente (animale o vegetale) è definito come “un organismo dotato di una propria forma specifica, munito di struttura cellulare e costituito da un insieme di organi interdipendenti che sono in una relazione funzionale tale da renderlo capace di vivere autonomamente”. Inoltre, ha la facoltà di conservare e reintegrare la propria forma, di riprodursi, di rispondere a stimoli e di autoregolarsi. L'organismo si chiama così perché è organizzato a rispondere all' esigenza costante del corpo per la sopravvivenza. Claude Bernard, fisiologo francese, descriveva con il termine Omeostasi la “capacità di autoregolazione degli esseri viventi, importantissima per mantenere costante l'ambiente interno nonostante le variazioni dell'ambiente esterno”.

La materia vivente ha infatti la tendenza innata a risanarsi: se ci si taglia, già nell'istante stesso della lesione il corpo mette in atto tutta una serie di meccanismi riparativi (vasocostrizione, citochine, piastrine, fibrina, globuli bianchi, fibroblasti, collagene ecc.); così come quando ci si frattura un osso, il gesso è solo il supporto utile a tenere fermo il punto di rottura per dare tempo al corpo di curarsi.
Ippocrate, il padre della medicina, definì questa caratteristica come vis medicatrix naturae (forza guaritrice della natura). Secondo lui, lo stato di malattia non è che lo sforzo attuato dal corpo per ripristinare un equilibrio disturbato, ed è proprio questa capacità degli organismi viventi a distinguerli dalla materia non vivente.

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La malattia, per definizione, è quindi una condizione anormale di un organismo vivente, causata da alterazioni organiche o funzionali. Agli inizi del 1800 Louis Pasteur, chimico e biologo francese, dichiarò che ogni malattia era generata da un microrganismo che attaccava l'essere vivente. Bernard, contemporaneo di Pasteur, aveva invece una concezione opposta: pur non negando la presenza di microrganismi potenzialmente patogeni, sosteneva che “il microbo è nulla, il terreno è tutto”. Nacque così il concetto di costituzione e cioè l’insieme dei caratteri morfologici, fisiologici e psicologici di un individuo; in altre parole, il suo terreno. Il terreno o costituzione può essere definito perciò come l’insieme delle condizioni vitali che caratterizzano un determinato organismo; quel substrato psico-anatomo-fisiologico sul quale si instaurano le noxae patogene (danni patogeni). Questo concetto si può facilmente notare quando si incontra un agente patogeno: c'è chi si ammala in maniera importante, chi reagisce in forma lieve e chi non risponde con nessuna patologia.

Ogni individuo percepisce e interagisce con l'ambiente soggettivamente; per esempio, può capitare di vedere nello stesso locale, e quindi alla stessa temperatura, persone con abbigliamento opposto: maglie a mezze maniche, maglie a maniche lunghe, maglioni pesanti o addirittura giubbotti. Conoscere il terreno o la costituzionale del soggetto vuol dire comprenderne l’insieme delle caratteristiche morfologico-strutturali, biochimico-funzionali e psicologico-mentali. L’uomo, infatti, è un microcosmo avvolto nel macrocosmo Universo ed è formato da queste componenti essenziali. (Link di riferimento: Il microcosmo Uomo nel macrocosmo Universo. La salute secondo la Medicina Tradizionale Cinese.)

Possiamo associare queste tre parti costituenti ai tre lati di un triangolo equilatero: un lato, la parte morfologico-strutturale, rappresenta tutto ciò che è materia con la sua forma (ossa, organi, tendini, nervi, muscoli, capelli ecc.); un lato, la parte biochimicofunzionale, raffigura il sangue, la linfa, gli ormoni, i mediatori chimici, gli enzimi, ecc.; l'ultimo lato simboleggia la sfera psicologico-mentale. Inserire questa lettura in relazione alla forza vitale del soggetto è lo strumento più adatto alla cura della persona. Il concetto di cura dovrebbe prevedere, cioè, queste conoscenze.

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Ippocrate riteneva che lo scopo principale del medico fosse quello di aiutare la tendenza naturale del corpo a recuperare la salute. Cura, quindi, non dovrebbe significare solo protocolli terapeutici messi in atto nel momento della patologia; ma conoscenza di quel particolare organismo, del suo terreno e della sua forza vitale. La Medicina è definita scienza perché studia le cause delle malattie e l’origine dei suoi sintomi; in realtà dovrebbe essere soprattutto un'arte. L'arte medica dovrebbe avere la capacità di osservare, capire, considerare che lo stato di salute non si raggiunge solo valutando un elemento clinico, per poi stabilire se prescrivere o meno la terapia, ma si ottiene prendendosi CURA della persona.

In medicina si parla sempre più spesso di prevenzione, che consiste in analisi di laboratorio e check up di routine; per poi, una volta consultati i referti, consigliare farmaci e al massimo un‘alimentazione corretta e uno stile di vita sano. Ovviamente sono tutti fattori importanti ma fare prevenzione, e quindi prendersi CURA, vuol dire anche aiutare l'energia vitale a mantenere una forza appropriata in modo da dare all'organismo una risposta adattiva adeguata per ritrovare l'equilibrio.

Un buon terreno non lascia spazio alla malattia in quanto non ne crea i presupposti. Conoscere la costituzione del soggetto è fondamentale per poi dargli l'aiuto necessario a ripristinare il benessere. Il mondo delle Medicine Naturali da sempre segue questo tipo di approccio, prende in considerazione l'energia vitale, non trascura mai l'olismo che avvolge l'essere vivente; è questo fare prevenzione!
Le tecniche usate nelle pratiche naturali, infatti, sono mirate a supportare l'energia vitale ancor prima che si presenti la patologia. (Link di riferimento: Le Medicine Olistiche: una risorsa verso la salute)

Il terapeuta raccoglie il vissuto della persona, il suo sentire, il suo modo di reagire, il suo terreno, la sua personalità, la sua potenzialità, per poi inserirli in un percorso di condivisione in cui la scelta dei “rimedi” (integratori, fitoterapici, oligoelementi, tecniche riflesse, omeopatia, agopuntura, ecc.) e l'energia vitale del soggetto interagiscono per ripristinare lo stato di salute. (Link di riferimento: Epigenetica e la carta di Ottawa)

Bibliografia: Franco Mastrodonato (2005) Medicina Biointegrata. Techiche Nuove Edizioni, Milano

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Scritto da Daniela Salvucci

Naturopata formata presso la Scuola Italiana di Naturopatia dell’Istituto di Medicina Naturale di Urbino. Appassionata di Epigenetica, di PNEI - Psico Neuro Endocrino Immunologia, di Medicina Integrata e di Fisica Quantistica.

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