Inquinamento da traffico veicolare e pesticidi negli alimenti fra le cause possibili
Non è un’emergenza, ma si sta alzando il livello di attenzione dei ricercatori e degli specialisti sull’aumento dei tumori nei bambini. Fino a pochi anni addietro si affermava che i tumori in età infantile fossero una assoluta rarità, perché si considerava il cancro come un “incidente genetico” collegato a un accumulo di danno del DNA. Nel bambino non poteva essere quindi frequente. Oggi la situazione sta cambiando in modo sensibile.
«Oggi il tumore è diventato la prima causa di morte per malattia nei bambini. E non se ne parla», dice il dottor Ernesto Burgio, pediatra che da anni si occupa di sviluppo sostenibile, bioetica e nuove biotecnologie genetiche. «Un bambino su seicento oggi ha un cancro. Un bambino su cento nasce con una alterazione del genoma pre-leucemica. Tutto questo non era atteso. Non si spiega con i modelli interpretativi attuali. L’aumento non riguarda tanto le leucemie cosiddette “common”, quelle che erano le leucemie più frequenti nell’infanzia, quelle che in questi anni abbiamo imparato ad affrontare in modo corretto sul piano diagnostico e terapeutico. Stanno invece aumentando in maniera sempre più preoccupante e significativa –continua il dottor Burgio- tumori prima rari: i linfomi, i rabdomiosarcomi, i neuroblastomi, e stiamo vedendo un inizio di tumori cerebrali negli adolescenti che qualcuno, forse frettolosamente, lega all’uso e all’abuso dei cellulari e ai campi elettromagnetici. Sicuramente ancora non è possibile avere un nesso così chiaro e netto, però questi dati sono significativi e preoccupanti».
Ancora una volta sarebbe necessario diffondere le informazioni più recenti. Parlare di queste evoluzioni nelle casistiche.
« E’ importante -afferma Ernesto Burgio- che si cominci a parlarne anche in contesto più “politico”. Parlarne non significa creare allarme, significa creare consapevolezza. Dobbiamo fare in modo che i genitori sappiano che è importante tutelare la gravidanza e il bambino, perché se c’è un aumento così significativo di tumori, soprattutto nei primi due anni di vita, questo è l’allarme lanciato dalla Agenzia Europea per la Ricerca sul Cancro, significa che c’è qualcosa o in gravidanza o addirittura nei gameti dei genitori, e che comincia a essere disturbato da qualcosa che è presente nell’ambiente».
La situazione ambientale è quindi un elemento importantissimo?
«Di queste cose abbiamo parlato durante il Convegno Nazionale di Epigenetica che si è tenuto a Urbino a inizio ottobre. I metalli pesanti, quindi il traffico veicolare, gli idrocarburi policromatici e benzene prodotti dal traffico, i pesticidi nelle catene alimentari, e forse anche campi elettromagnetici e radiazioni ionizzanti, stanno disturbando la programmazione epigenetica del bambino. L’epigenetica sta dando significato a quello che le ricerche epidemiologiche per anni avevano rilevato. L’aumento dei casi di tumore non è più negli anziani ma nei giovani e soprattutto nei bambini. La genetica non lo spiegava, invece l’epigenetica, cioè la modifica del software del DNA lo spiega. Quasi di sicuro –conclude il dottor Burgio- sono la vera causa di questa e di altre patologie in aumento».