“Uno scatto d'autore” per esplorare noi stessi.
“La mano disegna, il sogno svela”(1) : già questa breve frase potrebbe essere una prima risposta. Ma cerchiamo di scoprire qualcosa di più.....
Miti, fiabe, sogni parlano un unico linguaggio: quello dei simboli, che attinge al grande patrimonio universale. Lì sono contenute tutte le esperienze fatte nel corso del tempo dal genere umano e, in qualche modo, trasmesse a tutti.
Il Disegno Onirico è un metodo proiettivo (di attività grafica), che stimola la conoscenza di sé, perché offre la possibilità di rendere visibili parti di noi, conservate nella memoria profonda. Il metodo si chiama “onirico”, proprio perché utilizza il linguaggio simbolico del sogno: lo stesso, come già accennato, che troviamo nei miti, nelle fiabe, nel folklore, nei testi sacri di ogni religione. Il bagaglio esperienziale-emotivo personale viene rappresentato, con tratti grafici, forme e colori su un foglio in modo automatico, superando il pensiero razionale. Si creano così immagini spontanee che permettono di comprendere meglio chi siamo e di avvicinarci sempre più alla nostra essenza.
Il Disegno Onirico si potrebbe anche definire una “fotografia dell’anima”. E come uno “scatto d’autore” oltre a portare in superficie ricordi, aspirazioni, ostacoli, intuizioni, fragilità, risorse, riesce a fornire significati nuovi a situazioni della nostra vita, che affondano radici in tempi spesso lontani e ad attivare soluzioni creative, che aprono ad altre possibilità per il nostro presente e per il futuro.
L’arte nelle sue molteplici espressioni è un potente veicolo di trasformazione e il Disegno Onirico la utilizza come stimolo per un’evoluzione personale, risultando un’esperienza divertente e innovativa. Non è necessario saper disegnare, lo scopo non è diventare degli artisti, ma dare “forma” alla parte creativa di noi per crescere e procedere nel cammino della vita in maniera più consapevole. In sintesi possiamo dire che il Disegno Onirico è utile per coloro che vogliono coltivare un maggior benessere attraverso la riscoperta di sé, delle proprie possibilità, ed è uno strumento importante per coloro che operano nella relazione d’aiuto.
(1) Bermolen-Dal Porto-Moretto, La via del simbolo, Ed. CVX (Dr.ssa Susanna Viviani, docente Accademia)