Non solo per le ossa ma anche alleata delle difese immunitarie!
Per tutti è una vitamina che fa “bene alle ossa”, in realtà la vitamina D attiva è un vero e proprio ormone che agisce su tutte le nostre cellule, comprese quelle immunitarie.
Si forma da un precursore del colesterolo (7-deidrocolestrolo); si attiva attraverso la luce solare (grazie i raggi UVB che ci regala il sole dalle 11 alle 15 se ci esponiamo senza filtri) e attraverso la maturazione epatica e renale per diventare calcitriolo (1,25-OH-colecalciferolo) che è la molecola attiva. Non la possiamo mangiare se non in minime quantità (un tempo si poteva sperare nel 10-20% del fabbisogno contenuta nei cibi grassi di origine animale oggi ancora di meno) e dunque non somiglia alle vitamine a cui viene erroneamente associata. Si accumula nell'organismo nei tessuti adiposi, infatti è una “vitamina liposolubile”.
Se si fa il pieno di vitamina D durante i mesi estivi è possibile mantenerne le quantità adeguate durante l'inverno grazie al suo accumulo nel tessuto adiposo, attenzione però alla sua integrazione poiché accumulandosi potrebbe anche risultare tossica se eccessiva.
Quasi tutte le cellule del nostro corpo, comprese quelle immunitarie, possiedono recettori per la vitamina D; nelle cellule la vitamina si lega al suo recettore nucleare (VDR: vitamin D receptor) e forma dei composti eterodimeri (recettore + vitamina) in grado di attivare fino al 2-3% dei geni delle nostre cellule aiutata da altre vitamine, come la vitamina A.
Da oltre un secolo si è notato che la grave carenza di vitamina D (che produce per esempio il rachitismo) si associa a maggiore gravità delle infezioni polmonari (inclusa la tubercolosi) e che i mesi invernali, che sono quelli in cui ci si espone di meno al sole, sono quelli più critici per lo sviluppo di infezioni respiratorie. Ora siamo consapevoli che l'insufficienza (al di sotto di 30 ng/ml nel sangue) di vitamina D attiva nell'organismo è responsabile di una fragilità immunitaria e che ci espone soprattutto a carenza la vita condotta al chiuso (senza o con ridotta esposizione solare), l'obesità, l'uso cronico di farmaci, la carenza di minerali o vitamine, la infiammazione intestinale.
Ma come agisce la vitamina D attiva sul sistema immunitario?
Le cellule immunitarie sono in grado di trasformare la forma meno attiva della vitamina (25OHD3) nella forma più attiva (1,25 OH D3). Legandosi ai recettori nucleari delle cellule immunitarie del braccio innato ( macrofagi, cellule dendritiche etc) e adattativo (linfociti T) la vitamina agisce favorendo la fagocitosi (la distruzione di virus, batteri) e regolando la funzione di linfociti B e T . E' nota la capacità della vitamina D di favorire la produzione di molecole a potente azione antibatterica quali le catelicidine e le beta-difensine, inoltre il calcitriolo è un potente modulatore e riduce la possibilità sia delle forme allergiche che della autoimmunità mantenendo in equilibrio la bilancia immunitaria.
I prelievi che vengono eseguiti sui bambini mostrano che la maggioranza di essi ha un valore al di sotto del range consentito (<30 ng\ml) di vitamina D attiva. Normalmente i lattanti fino al compimento del primo anno vengono supplementati con vitamina D ma poi la supplementazione non viene più raccomandata.
E' buona abitudine per la salvaguardia della salute dei bambini esporli alla luce solare durante i mesi estivi e sottoporli a supplementazione durante i mesi invernali (ottobre-marzo); la supplementazione raccomandata è di 600 UI nella prima infanzia (dopo il primo anno di vita) e di 800 UI per i ragazzi. In adolescenza e sopra i 40 kg di peso la supplementazione dovrebbe raggiungere le 1000 UI\die.
Attenzione alla carenza di vitamina D nei soggetti allergici e obesi perché in questi bambini è più facile riscontrarla con peggioramento della patologia di base e comparsa di più frequenti episodi infettivi invernali. In questi casi è utile effettuare delle misurazioni con prelievo di sangue nei mesi invernali, effettuare una robusta supplementazione monitorando la risalita dei valori.
Per ricalcare la azione fisiologica dell'organismo che produce la vitamina quotidianamente è più corretto, soprattutto in età pediatrica, assumere la vitamina D in dosi più contenute ogni giorno piuttosto che settimanalmente o mensilmente. Sottolineo infine che la vitamina D nell'intestino è capace di modulare la infiammazione locale e agire beneficamente sul microbiota intestinale e che dunque si rivela un aiuto valido in tutti i casi in cui vogliamo ripristinare una corretta eubiosi insieme alla dieta corretta, ai prebiotici, ai probiotici e a tutti i presidi diluiti o nutraceutici noti. Una profilassi invernale corretta in pediatria dovrebbe contenere come base il supporto della vitamina D.
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